martedì 24 novembre 2015

SHORTBREAD ALLA VANIGLIA


Sono una fan assoluta degli shortbread, quei biscotti meravigliosamente burrosi che si sposano alla perfezione con il mio tè mattutino. Vi basti sapere che quest'estate sono andata in pellegrinaggio alla fabbrica Walkers nello sperduto paesino scozzese di Aberlour-on-Spey, obbligando il resto della famiglia a una piccolissima deviazione di 200 chilometri, solo per poter vedere con i miei occhi dove vengono prodotti i miei biscotti preferiti!

Non mi sono dunque fatta sfuggire la ricetta natalizia di Gordon Ramsay, presentata nella forma dei petticoat tails, cioè un grande biscotto rotondo tagliato a spicchi.

Vediamo se gli shortbread di Gordon possono competere con i miei amati biscotti scozzesi...
Come sempre trovate le mie note e aggiunte in corsivo.

ingredienti per 8 pezzi
(più 8 pezzi piccoli)

1 baccello di vaniglia
2 uova medie
125 g di burro a temperatura ambiente
90 g di zucchero semolato
(o zucchero vanigliato),
più un po' per cospargere
250 g di farina 00, più un po' per spolverare
un pizzico di sale

per guarnire:
8 cucchiai di crème fraîche
1 clementina non trattata

Incidete il baccello di vaniglia e con la punta di un coltello raschiate i semi in una ciotola. Aggiungete le uova e sbattete leggermente.

Lavorate il burro insieme allo zucchero con una frusta elettrica (o una planetaria con il gancio a K, esattamente come fa Gordon nel video che trovate su youtube) finché il composto è liscio e cremoso. Incorporate gradualmente le uova sbattute, poco alla volta. Setacciate la farina con il sale (setacciate la farina da sola e aggiungete il sale dopo, altrimenti quest'ultimo vi resterà nel setaccio) e unitela piano e con delicatezza al composto. Sbattete a bassa velocità fino a incorporare tutta la farina, smettendo non appena l'impasto sarà omogeneo.

Rovesciate l'impasto su un piano (o meglio su un foglio di carta forno) leggermente infarinato e, con le mani infarinate, premete formando una palla (non impastate, altrimenti la pasta diventa dura). Appiattite e stendete la pasta con il mattarello, formando un disco di 1 cm di spessore. Appoggiate un piatto di 20 cm di diametro sopra al disco di pasta e rifilate il bordo. Trasferite con cura - direttamente con la carta forno - su una teglia.
Stendete di nuovo la pasta avanzata e fate dei biscotti più piccoli (io ho fatto un altro disco del diametro di circa 11 cm).
Usando un coltello grande incidete la pasta in 8 fette "virtuali" senza tagliarla fino in fondo, quindi formate 2 fossette sul bordo di ogni fetta premendo leggermente con il pollice. Coprite e trasferite in frigorifero per un'ora almeno.

Scaldate il forno a 160°C.
Infornate lo shortbread direttamente dal frigorifero per 20-30 minuti e cuocetelo finché è sodo e appena dorato. Lasciatelo nella teglia per un minuto e poi trasferitelo con una paletta su una gratella per farlo raffreddare. Cospargete con lo zucchero semolato mentre è ancora caldo.

Una volta freddo, spezzate (o tagliate) lo shortbread a fette lungo le incisioni e conservate in un contenitore ermetico fino al momento di servire.

Potete usare lo shortbread come base per un dessert veloce: guarnite ciascuna fetta con una cucchiaiata (quenelle) di crème fraîche, aggiungete la scorza grattugiata di una clementina e uno spicchio pelato al vivo.



Note:
- Questa versione di shortbread è, a mio giudizio, senza infamia e senza lode... l'aggiunta di uova nell'impasto (cosa abbastanza inusuale) e la quantità relativamente limitata di burro rispetto alla farina rendono questi biscotti non così "scioglievoli" come li vorrei.
- La guarnizione con crème fraîche e clementina è un vero colpo di genio: otterrete un dessert assolutamente irresistibile!
- Ho dovuto prolungare la cottura fino a 35 minuti, ma questo dipende dal mio forno.
- Le fossette si sono un po' perse in cottura... solitamente faccio delle decorazioni con i rebbi di una forchetta che restano più visibili.
- Inutile dire che il burro deve essere di ottima qualità!
- Purtroppo non avevo sottomano la versione originale inglese del testo, perciò non ho potuto fare confronti. A tratti la traduzione sembra un po' macchinosa; consiglio di guardare il video della ricetta e tutto diventerà chiarissimo!

La ricetta è:

PROMOSSA con la sufficienza
nella versione base e

PROMOSSA con lode
nella versione "dessert"

9 commenti:

  1. Pure io impazzisco per gli Shortbreads (bellissima la "piccola" deviazione di 200 km!!! :-D ) e ti ringrazio per la disamina accurata che hai fatto della ricetta. Ha stupito anche me sia l'aggiunta dell'uovo, sia la scarsa presenza di burro: metà peso della farina equivale a una normalissima frolla!
    Direi insomma che preferisco la versione di Delia Smith, che avevo provato l'anno scorso. :-)
    Grazie come sempre per la tua precisione e... proverò la ricetta di Delia con la crème fraîche!!!

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    1. Ottima idea! La prossima volta preparerò dei piccoli shortbread rotondi (con una ricetta senza uova) e li guarnirò con un ciuffo di crème fraîche e uno spicchio di clementina. già me li figuro sulla tavola di Natale :)))

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  2. In effetti l'aggiunta delle uova non la capisco. In tutte le ricette provate (Martha Stewart, Delia Smith, Lorraine Pascale... ehm, si vede che amo il burro?) non erano previste. Il buono dello shortbread È quel sapore di burro assolutamente dominante. Però se dici che l'aggiunta di creme fraiche e clementina sono valide, io ci credo :)

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  3. Uova O__O boh, credo rimarrò con la mi super collaudata ricetta di Nigella ;) però così guarniti in effetti sono invitantissimi!

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    1. veramente boh… almeno avesse messo solo un tuorlo, ma addirittura due uova intere…
      Nigella non si molla!

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  4. Io smantellerei questa ricetta facendola diventare delle piccole tartellette farcite con la creme fraiche e le clementine... gli shortbread ben altra cosa e proverò quella citata dall'Araba, invece riguardo alla versione della mia amatissima Delia sono riuscita a farla diventare un'emerita porcheria, come? usando la farina di semola di grano duro invece del semolino macinato fine, ebbene si, sono una volpe... l'ho provata la prima volta con una semolino che pur essendo macinato fine dopo la cottura si sentiva un po' sotto i denti, quindi la genialità: "Ma perchè non usare la farina di semola?" Detto fatto... bè voi non fatelo!!!! L'avrei dovuta regalare a destra e a manca e quindi la dose era pure doppia se non tripla... alla fine è finito tutto in pattumiera... Vabbè del resto sono Piperina mica a caso ;-) Cristina il tuo risutato è golosissimo. Evviva i Walkers, ebbene si valgono una deviazione di 200 km.

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    1. evvai con le piccole tartellette! si potrebbe anche sbriciolare lo shortbread e servirlo in piccoli bicchierini con la crème e le clementine…
      se non altro questa ricetta ha scatenato la nostra fantasia!! ;)

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  5. in effetti come dice mapi sembra una frolla normale.
    O che questo Gordon ci delude sul finire?

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